STS: il numero uno ceduto ai giapponesi

I misteri delle vendita del polo ferroviario di Finmeccanica alla Hitachi, colosso giapponese, ha portato alla luce numerosi intrighi a livello finanziario e industriale.

Sotto accusa finisce lo Stato, che senza pensarci due volte ha archiviato l’idea di creare un gruppo unico tra Ansaldo BredaAnsaldo Sts con l’aiuto della Cassa depositi e prestiti e di un partner industriale straniero, sul modello dell’operazione ben riuscita Ansaldo Energia ceduta in parte alla Shanghai Electic.

Quindi Renzi ha preferito risolvere il problema eliminandolo, invece di cercare una soluzione  a lungo termine incrementando lo sviluppo industriale italiano.

Ora l’Ansaldo Breda non sembra così incasinata come l’hanno fatta apparire al momento della vendita alla Hitachi. In sei anni Finmeccanica ha trasferito nelle sue casse un miliardo di euro ed ultimamente sta accumulando numerosi ordini. Parteciperà, poi, in prima fila alla gara dei 4,5 miliardi per i nuovi convogli regionali bandita da Trenitalia.

Un’aria negativa, invece, si sta abbattendo su Ansaldo Sts, una delle poche aziende mondiali leader nella segnaletica ferroviaria e nel controllo senza conducente. La Hitachi, che ne possiede il 50,5% , dopo il fallimento dell’Opa, non può procedere al delisting.

Intanto l’amministratore delegato  della Ansaldo Sts, Siragusa, è stato estromesso dal suo ruolo perchè in forte disaccordo con il progetto dei giapponesi.

Dopo numerose promesse Hitachi ha affermato che prenderà in considerazione ogni misura necessaria per garantire la piena efficienza a clienti e consumatori.

La ricerca del nuovo amministratore delegato migra a Londra, sembra che il candidato numero uno sia Andrew Barr, attuale vicepresidente della Hitachi che controlla la sede europea ma senza esperienza operativa al vertice aziendale.