3 modi per capire se si tratta di accumulo seriale

Collezionare o conservare oggetti per avere dei ricordi è una pratica molto comune, ma in alcuni casi può rappresentare un vero e proprio disturbo legato alla salute mentale. Detto disturbo da accumulo o disposofobia, si tratta di un problema che colpisce più persone di quanto non si pensi, e aiutarle non è sempre così facile.

Prima di tutto, però, è necessario individuare il disturbo: come capire se si tratta di accumulo seriale? Ecco 3 modi per riuscirci e poter così intervenire aiutando la persona in questione, magari con l’aiuto di una ditta specializzata in sgombero case di un accumulatore seriale che si occupi di liberare gli spazi di casa dalla moltitudine di oggetti accumulati nel tempo.

Gli oggetti accumulati sono di qualsiasi tipo

Il primo modo per distinguere l’accumulo seriale dal mero collezionismo è il tipo di oggetti che il soggetto in questione tende a conservare. Mentre un appassionato si concentra su una tipologia di oggetti, i quali possono essere soldatini o fumetti, per esempio, un soggetto affetto da disposofobia tenderà ad accumulare tutto ciò che gli capita sotto mano. Vestiti, riviste, giornali, libri o volantini pubblicitari: dai grandi elettrodomestici agli oggetti senza alcun valore, per l’accumulatore non ha tanta importanza di che cosa si tratti, perché il suo problema è non riuscire a separarsi dalle cose in generale. A volte l’accumulo si concentra su un oggetto specifico, ma nella maggior parte dei casi si trova un po’ di tutto nelle case di queste persone, e un modo per accorgersi che si tratta di accumulo seriale è anche il fatto che, molto spesso, si tratta di oggetti rotti e non funzionanti.

Inoltre, in molti casi l’accumulo si riferisce anche agli animali domestici: non è raro che in questi ambienti viva una grande quantità di gatti, per esempio, e in certi casi gli accumulatori accolgono anche animali come piccioni e topi.

Riduzione delle relazioni sociali

Se una persona riduce gradualmente le sue relazioni sociali e tende a evitare le situazioni in cui potrebbe dover interagire con il prossimo, è quasi certo che stia vivendo un disagio personale abbastanza grave.

La maggior parte degli accumulatori si auto-isola in casa evitando di incontrare le persone, anche se si tratta di amici e parenti, non solo per non rischiare di essere giudicati per il proprio modo di vivere, ma per una sorta di fobia che si innesca nel momento in cui ci si allontana dal proprio luogo sicuro. Uno studio di ricerca ha infatti riscontrato la depressione nel 50% dei soggetti analizzati.

Difficoltà a pianificare e procrastinazione

In una situazione del genere il disordine è inevitabile, ed è tanto da rendere gli spazi abitativi inutilizzabili e, di conseguenza, anche sporchi. Il soggetto affetto da disturbo da accumulo in un certo senso sente che quella è la sua dimensione, e solo l’idea di spostare i suoi oggetti, con cui ha bisogno di mantenere un contatto visivo, gli fa provare un senso di disagio molto profondo.

Per questa ragione si mostra restio a riordinare e tende a procrastinare il momento di mettere a posto, e di conseguenza il disordine che lo circonda mette confusione anche nella sua mente, rendendogli difficile la pianificazione e l’organizzazione anche delle attività più semplici.