Deducibilità e detraibilità: che cosa sono? Quali sono le differenze? Esempi di applicazione

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Deducibilità e detraibilità sono due concetti molti importanti in ambito fiscale, che troppo spesso vengono confusi tra loro dando adito a incomprensioni. Per fare ordine sull’argomento occorre precisare subito che con il termine deducibilità si fa riferimento a particolari spese per le quali è prevista la possibilità di sottrarre (letteralmente dedurre) una parte dall’imponibile su cui viene poi calcolata la tassazione.

La detraibilità fa invece riferimento alla presenza di una somma, detta appunto detrazione, da applicare dopo la determinazione del reddito imponibile per ottenere un rimborso. Il reddito imponibile viene calcolato prendendo il dato relativo al reddito complessivo di un contribuente e sottraendovi gli eventuali oneri che possono risultare deducibili. Entrambi queste componenti, che in seguito verranno chiarite anche attraverso degli esempi pratici, fanno parte delle agevolazioni previste dal fisco italiano. La deducibilità interviene però prima della determinazione del reddito imponibile, mentre la detraibilità entra in gioco invece dopo che tale reddito è stato definito.

Queste due forme di sgravi fiscali permettono di ottenere un alleggerimento degli oneri, in particolare una riduzione dell’IRPEF e rappresentano quindi uno strumento a sostegno dei contribuenti. Proprio per questo motivo sono due componenti molto conosciute e apprezzate dai contribuenti, sui quali provocano un “effetto positivo”, e dalle imprese per cui rappresentano un sostegno molto importante.

Differenze principali tra detrazione e deduzione

Le detrazioni sono utilizzabili da ogni contribuente, a meno che questo non si trovi in un regime fiscale di partita iva con forfettario, per far abbassare la quota di imposte da pagare. In alcuni casi possono arrivare a produrre anche un “credito d’imposta”, ovvero una somma che l’Agenzia delle Entrate dovrà riconoscere al contribuente. Tra queste le più “celebri” sono:

  • Spese mediche e farmaceutiche.
  • Tasse universitarie.
  • Interessi su un mutuo per l’abitazione principale.
  • Spese per attività sportiva dei figli.
  • Importi di spesa veterinaria.

Questi sono soltanto alcuni esempi ma l’elenco potrebbe essere molto lungo, in quanto il fisco italiano prevede tantissime possibilità di detrazione. L’ammontare della detrazione, ovvero della diminuzione della spesa sostenuto, può variare a seconda dell’ambito di intervento e varia da un minimo del 19%, fino a soglie massime che in alcuni casi particolari possono arrivare anche al 75 o all’80% (con alcune lievi differenze di anno in anno).

La deduzione al contrario non agisce sull’ammontare delle imposte da versare ma permette di abbassare il reddito complessivo su cui viene calcolata l’imposta che il contribuente è chiamato a corrispondere. In questo modo il contribuente ottiene una diminuzione del reddito imponibile a cui vengono poi applicate le relative aliquote Irpef. In questa categoria rientrano ad esempio:

  • Contributi pensionistici versati presso la previdenza complementare.
  • Donazioni ad enti non governativi.
  • Presenza di eventuali familiari a carico del contribuente.
  • Assegni corrisposti ad un coniuge a seguito di sentenza di separazione o divorzio.

Una volta stabilita quindi la differenza tra la detrazione e la deduzione è utile segnalare degli esempi pratici di applicazione di queste due componenti.

Esempi pratici di applicazione

Ovviamente affinché risultino applicabili, sia le detrazioni che le deduzioni devono essere sempre ben indicate all’interno della dichiarazione dei redditi e ampiamente documentate. Per quanto riguarda le deducibilità, ipotizziamo che il signor Rossi abbia un reddito di 25 mila euro. Grazie alle rate versate alla previdenza complementare e ai familiari a carico (esempio figlio e moglie), ha diritto ad una deduzione di 4 mila euro. Di conseguenza il suo reddito imponibile, sul quale verranno calcolate le imposte da versare sarà di 21 mila euro.

Le detrazioni al contrario delle deduzioni intervengono soltanto dopo che è stato determinato il reddito imponibile del contribuente. Ipotizzando di nuovo che il signor Rossi abbia tale reddito di 25 mila euro e abbia sostenuto spese mediche per lui o per familiari a suo carico per 3 mila euro nell’ultimo anno, su queste otterrà delle detrazioni. Essendo le spese mediche detraibili a 19%, il Signor Rossi otterrà una detrazione di 570 euro sull’Irpef da versare (19% di 3mila euro). Ovviamente questo è un esempio semplice in quanto solitamente le detrazioni provengono da vari ambiti e si sommano tra loro.

Le detrazioni e le deduzioni possono sommarsi e integrarsi alla perfezione tra loro. Quando ad un contribuente vengono calcolati tutti i redditi imponibili, a questi sono poi sottratti eventuali importi deducibili e al risultato di tale operazione si applicano le detrazioni fiscali. In conclusione quindi deducibilità e detraibilità sono due fasi fondamentali di gestione degli sgravi, ovvero di alleggerimento del cosiddetto cuneo fiscale di un contribuente.