Negli ultimi anni, Londra ha consolidato la sua posizione come uno dei principali hub economici e finanziari al mondo. Nonostante l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, la capitale inglese continua ad attrarre imprenditori da tutto il mondo grazie a una burocrazia snella, un ecosistema business-friendly e una fiscalità competitiva. Tuttavia, con la Brexit sono cambiate alcune regole fondamentali, soprattutto per quanto riguarda la mobilità e la possibilità di fare impresa per cittadini europei.
Per gli imprenditori italiani che desiderano aprire una società a Londra, è oggi indispensabile conoscere le opzioni di visto disponibili e le procedure corrette per la costituzione dell’impresa. In questo approfondimento analizziamo tutte le variabili in gioco per trasformare l’idea imprenditoriale in un’attività operativa e conforme alle normative britanniche.
Perché Londra resta una meta strategica per fare impresa
Sebbene le dinamiche geopolitiche abbiano introdotto nuove complessità, Londra continua a esercitare una forte attrattiva sugli imprenditori per una serie di motivi concreti:
- Accesso ai mercati globali: Londra è una porta di ingresso verso economie avanzate e mercati emergenti, grazie alla sua influenza nel mondo finanziario e alle relazioni commerciali strategiche post-Brexit.
- Sistema fiscale competitivo: Il Regno Unito applica un’aliquota della corporation tax tra le più basse in Europa, con interessanti incentivi per startup e imprese innovative.
- Burocrazia snella: Il processo per aprire una società è rapido e completamente digitalizzato.
- Brand positioning: Avere sede legale nel Regno Unito conferisce prestigio e autorevolezza nei confronti di partner, clienti e investitori internazionali.
Questi elementi rendono ancora oggi Londra una base strategica per fare business, a patto di conoscere il nuovo quadro normativo legato ai visti per imprenditori stranieri.
L’impatto della Brexit sulla mobilità imprenditoriale
Prima della Brexit, i cittadini dell’Unione Europea potevano liberamente vivere, lavorare e costituire imprese nel Regno Unito. Dopo il 31 dicembre 2020, questo scenario è cambiato radicalmente. Per svolgere attività imprenditoriali in UK, è ora necessario richiedere un visto specifico.
Il governo britannico ha introdotto diverse categorie di visto, ciascuna pensata per rispondere a esigenze diverse. Vediamo quali sono le opzioni più indicate per chi intende avviare una nuova attività nel Regno Unito partendo dall’Italia.
Start-up Visa: per chi ha un’idea innovativa
Lo Start-up Visa è pensato per aspiranti imprenditori che desiderano avviare un’attività in UK basata su un’idea innovativa, scalabile e sostenibile.
Requisiti principali:
- Avere un progetto imprenditoriale originale, non ancora attivo nel Regno Unito.
- Ottenere l’approvazione da parte di un ente autorizzato (come incubatori, acceleratori o università).
- Dimostrare un adeguato livello di conoscenza della lingua inglese (livello B2).
Il visto ha una durata di 2 anni e non è rinnovabile. Tuttavia, se il business cresce e soddisfa determinati criteri, l’imprenditore può effettuare un upgrade al visto successivo: l’Innovator Visa.
Innovator Visa: per imprenditori esperti con un piano solido
L’Innovator Visa è la soluzione ideale per chi ha già esperienza nel mondo del business e dispone di un piano imprenditoriale ben strutturato.
Requisiti:
- Business plan dettagliato e innovativo.
- Approvazione da parte di un Innovation Endorsing Body.
- Investimento minimo richiesto: £50.000.
- Livello B2 di inglese (IELTS o equivalente).
Questo visto ha una durata di 3 anni, rinnovabile, ed è uno dei pochi che può portare direttamente alla residenza permanente (Indefinite Leave to Remain) al termine del secondo rinnovo.
Sole Representative Visa: per aziende italiane che vogliono espandersi in UK
Questa tipologia di visto consente a una società italiana di inviare un proprio rappresentante per aprire una branch o sussidiaria nel Regno Unito.
Condizioni principali:
- Il candidato deve ricoprire una posizione senior nell’azienda madre.
- L’azienda madre non deve avere altre entità registrate nel Regno Unito.
- Il rappresentante deve risiedere stabilmente nel Regno Unito e gestire l’operatività locale.
È una delle opzioni più utilizzate dalle aziende già consolidate che vogliono testare il mercato UK con una struttura agile.
Come costituire una Ltd nel Regno Unito
Una volta individuato il visto più adatto, si può procedere con la costituzione vera e propria della società. Il modello più diffuso è la Private Limited Company (Ltd), l’equivalente britannico della nostra SRL.
I passaggi fondamentali:
- Scegliere la denominazione sociale: Deve essere unica e non già registrata presso la Companies House.
- Nominare amministratori e azionisti: È possibile avere un solo direttore, anche non residente.
- Indicare una sede legale in UK: Necessaria per la registrazione della società e per ricevere comunicazioni ufficiali.
- Predisporre i documenti costitutivi: Memorandum of Association e Articles of Association.
- Registrazione alla Companies House: Si effettua online in 24-48 ore.
- Richiesta di codice fiscale e VAT number: Obbligatorio per chi prevede fatturati oltre le £90.000 annue o ha operazioni commerciali con clienti nel Regno Unito.
A tutto ciò si può aggiungere l’apertura di un conto bancario business, utile per semplificare la gestione finanziaria e rafforzare la reputazione aziendale.
Aprire una società a Londra con il visto giusto: errori da evitare e consigli operativi
Scegliere il Regno Unito come destinazione per avviare un business è una scelta strategica che, però, non va mai improvvisata. Il nuovo scenario post-Brexit richiede consapevolezza normativa, pianificazione fiscale e conoscenza delle dinamiche migratorie.
Ecco alcuni consigli pratici per chi vuole aprire una società a Londra senza intoppi:
- Non sottovalutare l’importanza del visto: Anche se il processo di costituzione della società è semplice, senza il giusto permesso di soggiorno non sarà possibile lavorare o gestire attivamente l’
- Predisponi un business plan dettagliato: Fondamentale per ottenere l’approvazione degli enti certificatori.
- Evita strutture fittizie: La società deve avere una presenza economica reale nel Regno Unito per evitare problemi di “esterovestizione”.
- Affidati a consulenti specializzati: Il supporto di un professionista esperto in diritto britannico e fiscalità internazionale può fare la differenza tra una società operativa e una società a rischio sanzioni.