Fondo svalutazione crediti: a cosa serve, come si calcola e come si utilizza?

fondo svalutazione crediti

I crediti che hanno una natura commerciale devono essere esposti in bilancio al loro presunto valore di realizzo; per rispettare questa regola fissata dall’articolo 2426 del Codice Civile, per correggere il valore dei crediti che in contabilità vengono indicati con il loro valore nominale si può ricorrere al fondo svalutazione crediti. I questa pagina verrà spiegato di cosa si tratta, a cosa serve e come si calcola: vederemo anche come si utilizza con un piccolo esempio.

Cos’è e come si calcola il fondo svalutazione crediti

Il valore di un credito viene rettificato tramite l’apposito fondo di svalutazione; in questo fondo vengono incluse le previsioni di perdita sia per quelle situazioni di rischio che si sono già manifestate che per quelle ritenute probabili. Possono essere individuati due metodi di valutazione: il metodo analitico e quello forfettario. Con il metodo analitico il valore del fondo viene stabilito analizzando (come dice il nome) i singoli crediti e ogni elemento di fatto esistente e previsto.

Ovviamente si parla sempre di stime soggettive, però devono essere basate su presupposti ragionevoli, tenendo conto di tutte le informazioni che si hanno a disposizione relative alla situazione dei debitori, alla situazione economica generale del settore in questione, dei fatti che possano essere intervenuti anche dopo la chiusura dell’esercizio e che vanno ad incidere sui valori alla data di bilancio.

In determinate situazioni è ammissibile anche l’utilizzo del metodo forfettario; questo sistema prevede la possibilità di raggruppare in classi omogenee per profilo di rischio i crediti anomali di importo non significativo. A queste classi vengono poi applicate delle formule per determinate una ragionevole stima delle perdite. A prescindere dal metodo impiegato, per la determinazione del fondo svalutazione crediti bisogna seguire i principi di prudenza e di competenza economica.

La deducibilità delle svalutazioni

Le svalutazioni dei crediti che risultano in bilancio sono deducibili ai fini Ires in base ad un criterio forfettario. La deducibilità massima è pari allo 0,5% del valore nominale dei crediti iscritti a bilancio fino a quando la somma complessiva delle svalutazioni e degli accantonamenti non raggiunge il 5% del valore nominale dei crediti iscritti a bilancio. Se gli accantonamenti al fondo svalutazione crediti superano questo limite del 5%, la parte eccedente non è deducibile. Il fondo può quindi essere diviso in una parte fiscalmente dedotta e una fiscalmente non dedotta.

Esempio

Ma passiamo ai numeri: con un piccolo esempio sarà tutto più chiaro. Supponiamo che un’azienda conceda un credito di 6.000 euro nei confronti di un suo cliente. Al termine dell’esercizio n, l’azienda, temendo di non poter riscuotere per intero il suo credito, ne accantona al fondo svalutazione la metà. Al termine dell’esercizio successivo (n+1) ancora l’azienda ha la certezza di non poter riscuotere il credito per intero, quindi dovrà stralciarlo dalla contabilità. Al 31/12/n+1 quindi ci saranno l scrittura contabile:

DataContoDareAveredescrizione
31/12/n+1fondo svalutazione crediti 3.000

Stralcio credito inesigibile
insussistenza passiva3.000
crediti v/clienti6000