Sacchetti di Carta: come nascono e come si producono

I sacchetti di carta fanno parte della nostra quotidianità. Preferiti ai classici involucri in plastica – più inquinanti e difficilmente riciclabili – sono utilizzati per piccole o grandi esigenze, come fare la spesa, confezionare regali, incartare prodotti alimentari o trasportare oggetti.

A questo proposito, può essere interessante capire come vengono realizzati i sacchetti di carta e quali sono i processi necessari per produrre ogni involucro. Ogni sacchetto nasce infatti dalla carta, la quale, a sua volta, deriva da uno scrupoloso processo di produzione.

La procedura ha origine sia dal legno – che viene trasformato in piccoli pezzi e successivamente in polpa – sia dalla carta riciclata, che viene invece trasportata all’impianto di riciclaggio per essere tramutata in pasta.

In questa fase, però, sono spesso necessarie procedure fisiche e chimicheche richiedono un certo quantitativo di energia. Tra queste c’è lo sbiancamento delle fibre, che avviene con cloro o idrogeno perossido e ossigeno, e permette di ottenere una pasta da cui ha origine la cellulosa, alla base della produzione della carta.

Quando la cellulosa giunge nella cartiera viene drenata, compattata e trattata in superficie, in modo da rendere il foglio più lucido e più scrivibile in seguito alle operazioni di essiccatura.

Come viene realizzato un sacchetto di carta

Va da sé che la produzione di carta necessiti di un certo quantitativo di risorse, così come la creazione di un sacchetto, che naturalmente si avvale di diverse procedure.

I fogli vengono tagliati da appositi macchinari, secondo schemi preimpostati, e incollati su più parti, eventualmente inserendo nelle aree superiori dei cordoncini o dei manici di carta. I sacchetti così ottenuti vengono quindi impilati l’uno sull’altro e imballati, prima di essere spediti alle attività che ne fanno richiesta.

Oggi l’utilizzo dei sacchetti di carta è favorito rispetto a quelli di plastica, di gran lunga più inquinanti e difficilmente riciclabili. Ma ci sono delle differenze con i sacchetti di altri materiali, ad esempio il tessuto? Sì, e sono riassunte su https://www.sacchettiditessuto.it/.

Infatti, anche se le buste di carta possono essere ottenute da carta riciclata ed essere reimmesse, a loro volta, nel processo produttivo per la produzione di nuove unità, possono essere considerate meno sostenibili delle buste ottenute dal tessuto, in particolare quelle realizzate in cotone o juta.

La produzione di carta, sia nelle procedure che prevedono l’utilizzo del legno sia in quelle che si avvalgono del riciclo, prevede infatti il consumo di un certo quantitativo di energia, mentre il tessuto, oltre a essere composto da fibre tessili prodotte da piantagioni più sostenibili, può dar vita a sacchetti riutilizzabili che non devono essere sostituiti già dopo il primo impiego. I sacchetti in cotone o in juta, infatti, sono di gran lunga più resistenti di un involucro di carta e restano integri anche se sottoposti a pesi eccessivi.

Sacchetti di tessuto: funzionalità e design

I sacchetti di carta sono inoltre sensibili al bagnato e in presenza di liquidi tendono a lacerarsi nel giro di pochi secondi.

Questo li rende meno efficienti dei sacchetti in tessuto che, al contrario, hanno una struttura più robusta che non risente del contatto con i liquidi. Le buste in tessuto, inoltre, sono elastiche, quindi possono contenere qualsiasi oggetto, al contrario della carta che, se non si fa particolare attenzione, rischia di strapparsi.

È per queste ragioni che oggi i sacchetti in tessuto sono spesso preferiti a quelli ottenuti dalla carta. Sono personalizzabili, cuciti su misura e possono essere impiegati nella realizzazione di qualsiasi involucro, come ottimi packaging, eleganti confezioni regalo e buste per la spesa ampie e resistenti. A beneficiarne, naturalmente, è sia l’ambiente sia l’estetica, grazie a prodotti dalle cuciture eccellenti e dai tessuti unici e pregiati.