Pensione integrativa: come funziona e quali tipologie esistono

Avete sentito parlare delle pensioni integrative e vi state domandando se valga la pena sottoscriverne una? Oppure volete semplicemente capire come funzionano e quali sono le tipologie esistenti?

Le pensioni integrative o complementari sono degli strumenti finanziari che, al raggiungimento dell’età pensionabile, permettono di ottenere delle somme di denaro aggiuntive rispetto alla sola pensione obbligatoria. Chi desidera sottoscriverne una può scegliere tra il piano individuale pensionistico e il fondo pensione aperto. Alcune categorie di lavoratori possono inoltre aderire a specifici fondi pensione chiusi.

Di seguito andremo ad analizzare le caratteristiche delle pensioni integrative in generale, individuando le differenze tra queste e la pensione previdenziale obbligatoria. In più, illustreremo le caratteristiche delle tre tipologie esistenti.

Che cos’è la pensione integrativa

Quando si parla di pensione complementare, si fa riferimento a vere e proprie forme di investimento. Chi aderisce a un fondo o sottoscrive un Pip, accetta di versare periodicamente una somma di denaro prestabilita, la quale verrà investita dal gestore. In base a quanto stabilito dai contratti collettivi, il versamento di una parte dei contributi potrebbe essere a carico del datore di lavoro.

Le diverse formule di previdenza integrativa sono disciplinate dal Decreto Legge 252/2005, il quale identifica in modo chiaro:

  • i destinatari;
  • i soggetti che possono istituirle;
  • le funzioni fondamentali;
  • i requisiti;
  • gli organi di amministrazione e controllo;
  • la politica di remunerazione;
  • la valutazione del rischio.

I responsabili dei fondi e dei piani devono gestire il capitale nel rispetto delle norme del decreto legge. In base a questo devono, tra le altre cose, diversificare gli investimenti e tenere conto delle finalità previdenziali.

Pensione integrativa e pensione obbligatoria: le differenze

La pensione integrativa è una formula previdenziale a carattere facoltativo. Mentre nel caso della pensione obbligatoria il lavoratore – sia autonomo sia dipendente – deve sempre versare, direttamente o tramite il proprio datore di lavoro, i contributi alla cassa previdenziale di riferimento, la pensione complementare è libera e non vincolante. Se si eccettuano i fondi pensione chiusi, chiunque può aderirvi. Non solo chi ha un lavoro, ma anche disoccupati, inoccupati, studenti, casalinghe e, in generale, chiunque desideri ottenere, dopo il pensionamento, una somma di denaro aggiuntiva.

Un’altra differenza riguarda il fatto che la pensione obbligatoria non è una forma di investimento, in quanto il denaro versato non viene investito.

Quali tipologie esistono

Chi desidera sottoscrivere una pensione integrativa può scegliere tra fondo pensione, aperto o chiuso, e piano pensionistico individuale.

I fondi pensione aperti, accessibili a tutti, possono essere istituiti esclusivamente da SGR (Società di gestione del risparmio), SIM (Società di intermediazione Mobiliare), banche e compagnie assicurative. A differenza di questi, i fondi chiusi, detti anche negoziali, sottoscrivibili esclusivamente da determinate categorie di lavoratori, vengono istituiti da contratti collettivi, accordi tra lavoratori autonomi sostenuti dalle associazioni di categoria e accordi tra i soci di una cooperativa.

I Piani pensionistici individuali, accessibili a chiunque, presentandosi come assicurazioni sulla vita, possono essere istituiti esclusivamente dalle compagnie assicurative. La gestione può invece essere assegnata a intermediari finanziari autorizzati.